La grande stampa, la piccola Basilicata e la crisi che non si sa

La grave crisi politica lucana, prodotta da un annunciatissimo blitz giudiziario sui “rimborsi pezzottati” da un congruo numero di consiglieri, non merita le home page dei grandi quotidiani nazionali, che ritengono più interessante per i lettori l’arresto del sindaco di Cortina d’Ampezzo. Eppure ieri ne sono successe di cose a Potenza: 3 arresti e 8 divieti di dimora (un terzo del Consiglio regionale e metà giunta hanno subito provvedimenti cautelari o interdittivi); la nomina della nuova giunta (i due superstiti più quattro nuovi che pagheranno a caro prezzo la soddisfazione); le dimissioni del presidente De Filippo che pur attribuendo scarso rilievo penale ai fatti addebitati ne riconosce il “carattere odioso”. I maligni già insinuano che ha pronto il paracadute per atterrare a Roma, nel governo del suo capocorrente Enrico Letta: ma intanto assumendosi la responsabilità etica e politica di mandare tutti a casa sicuramente si è fatto dei nemici.

E in effetti, dato il clima politico (il montante livore anti-Casta) e sociale (la crisi economica devastante), l’ingordigia del ceto politico è tema di grande interesse collettivo. Al di là dell’inchiesta giudiziaria, che a mio giudizio già mostra le prime falle nell’impianto accusatorio, è un fatto di assoluto rilievo che vada a casa in anticipo, dopo il Lazio e la Lombardia berlusconiane, il consiglio della Regione fiore all’occhiello della sinistra, la piccola Basilicata che ha espresso uno dei saggi, il senatore Bubbico, e il giovanissimo capogruppo alla Camera del Pd, Speranza. A voler cavillare si potrebbe anche osservare che dei quattro assessori sono stati arrestati i due ex democristiani mentre sono rimasti intonsi gli ex diessini. Così come l’unico gruppo non toccato dal blitz è quello di Sel. Ma, al di là della discutibile rilevanza penale, sono  incontestabili gli effetti di discredito generalizzato del sistema politico da un così diffuso e strafottente malcostume.

Una storia emblematica, quindi. Ma per una volta a Roma e a Milano non se ne sono accorti. Meno male, verrebbe da aggiungere, ricordando l’enfasi spropositata riservata, ad esempio, dal Corriere all’inchiesta di de Magistris rivelatasi un flop clamoroso dopo aver prodotto consistenti danni.

P.S. Un’ora dopo la pubblicazione di questo post (puro riferimento temporale: non amo fare la mosca cocchiera) appare in prima pagina su Repubblica.it il pezzo di ieri sugli arresti, ma manca ogni riferimento alle dimissioni del presidente De Filippo…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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